Questo è un articolo che ha come obiettivo quello di portare a riflettere su temi delicati, non da un punto di vista formale e legislativo, ma da un punto di vista morale ed emotivo. (Consiglio la visione di Tredici per chi desidera approfondire).
Empatia. Ѐ un concetto che a primo impatto può sembrare semplice: nel dizionario ‘la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona’. Se dovessi chiedermi se mi ritengo una persona empatica la risposta sarebbe sì. Ma credo sia molto più complesso di così.
Quando pensiamo all’empatia pensiamo ai nostri amici, di solito a qualcuno che sta male. Non so voi ma ho sempre visto l’empatia come mettermi nei panni di chi sta soffrendo, di una ‘vittima’. Ho realizzato di recente che quella è la parte facile. Ѐ facile, quasi spontaneo, provare dolore nei confronti di una persona che ami, che sta passando qualcosa di brutto. Perché ci tieni e non puoi farne a meno. Ti viene naturale.
La parte difficile è mettersi nei panni di chi non ti sta simpatico, di chi ti ha fatto male, di chi ha ferito te e chi ti sta attorno. Ѐ semplice chiudersi nell’idea che chi fa stare male gli altri sia un mostro, che si trovi nel torto e basta. Spesso disumanizziamo queste persone e smettiamo di vederle come tali, cioè come esseri che hanno una vita, una storia e delle emozioni. Dimentichiamo che dall’altra parte c’è qualcuno come noi. Che prova sentimenti e che può fare errori.
Nella vita quotidiana, in realtà, sono in molti quelli che riescono a immedesimarsi nel ‘nemico’ e, per fortuna, sono in grado di perdonare. Questa cosa invece diventa molto più complessa quando il torto fatto aumenta di gravità: in un argomento delicato come lo stupro diventa difficile. Prima di entrare nell’argomento è necessario sottolineare come ogni caso sia diverso dall’altro e che in questo articolo vengono in linee generali delineati solo alcuni aspetti e ‘tipologie’ di reazioni dopo l’accaduto. Detto questo, preciso che ovviamente chi compie uno stupro commette un errore gravissimo che non è giustificabile, assolutamente. Credo che il primo pensiero che venga in mente pensando allo stupratore sia che gente così dovrebbe scomparire dalla faccia della terra e che il mondo sarebbe un posto migliore senza di loro, il che è un ragionamento più che comprensibile. Ora però vi invito, per quanto difficile (e ne sono consapevole io stessa perché lo è stato anche per me), a rifletterci. Quello che io mi chiedo è: cosa merita qualcuno che fa una cosa del genere? Cosa lo ha portato a fare quello che ha fatto? Come è cresciuto? Quali sono stati i suoi modelli? Ripeto che quello che ha vissuto non lo giustifica in alcun modo: è giusto colpevolizzarlo perché ha fatto una scelta che ha letteralmente cambiato la vita della sua vittima, ma, allo stesso tempo, è molto più facile farlo senza nemmeno prendersi il disturbo di scoprire cosa c’è dietro.
Ho 16 anni. Sono una ragazza. Sono giovane e non ho mai vissuto niente che andasse al di fuori di qualche molestia per strada. Non posso sapere come si senta una vittima e ne sono consapevole. Le mie opinioni sono relative e basate su esperienze e conoscenze incomplete. Allo stesso tempo non posso fare a meno di chiedermi: cosa merita uno stupratore? Se è pentito sinceramente e disposto a cambiare, merita il perdono? Vorrei soprattutto soffermarmi su quest’ultima domanda. Perché, anche se non costituisce la maggioranza, esiste una parte di persone che si pente sinceramente e farebbe di tutto per cambiare in meglio. Persone che hanno avuto una vita difficile, persone che lo hanno fatto mentre non erano lucide psicologicamente e molte altre ancora. Infatti, per quanto possa fare strano, dall’altra parte c’è una persona, un essere umano che ha commesso un errore che, in alcuni casi, vorrebbe poter riparare. Ci tengo a ricordare che ogni caso è diverso ed è difficile generalizzare. Non so dare delle risposte a tutte queste domande. Non posso fare altro che invitare voi a pensarci su. Non posso far altro che condividere con voi delle riflessioni che potrebbero essere completamente diverse dalle vostre.
Di Giulia Profili, Liceo A. Volta, 3°H
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