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  • Benedetta Brogno - Liceo S. Quasimodo

Il lato "toxic" di Tik Tok

Ciao a tutti!

Rieccomi a scrivere qui, spero che la mia recensione su Gossip Girl pubblicata il mese scorso vi sia piaciuta!

Oggi sono qui per parlarvi di un’applicazione che sta spopolando in questi ultimi anni... Eh sì, parlo proprio di Tik Tok!

Tik Tok è la mia applicazione preferita, sono iscritta da circa quattro anni ormai e la uso fin da quando si chiamava musical.ly.


Ad oggi sul mio profilo conto all’incirca 35.000 follower. Non porto contenuti progettati o pensati in modo analitico, semplicemente mi diverto a condividere la mia vita e le mie giornate, mostrando ciò che mangio, i balletti e le canzoni che amo e spesso anche le mie brutte figure, perché anche quelle fanno parte della mia vita quotidiana.

Come avrete capito utilizzo quest’app per passare il tempo, infatti le chat con i miei amici riguardano per la maggior parte delle volte commenti sui video di Tik Tok divertenti che ci mandiamo!

Grazie a Tik Tok ho avuto l’opportunità di conoscere molte persone fantastiche con cui ho creato vari gruppi e con cui sono ormai sempre in contatto.


Come ho detto fino ad ora questo social ha numerosi aspetti positivi che mi piacciono molto, tuttavia molte altre volte si rivela un’applicazione che si può definire “tossica”, con questo termine mi riferisco in particolare ad alcuni utenti che utilizzano la piattaforma, specialmente in Italia.

Molti utenti, nascondendosi dietro profili falsi e anonimi, insultano le persone attraverso i commenti, non rendendosi conto che tutti abbiamo dei sentimenti e possiamo soffrire.

Mi capita spesso di leggere commenti spiacevoli e pieni di cattiveria rivolti a ragazze “troppo in carne” o “troppo magre” rispetto agli "standard" di bellezza della società moderna, a persone diversamente abili o che magari utilizzano questo social network "dominato" dalla Generazione Z nonostante non siano in target in termini di età.

Anche a me, ogni tanto, capita di ricevere degli insulti. All’inizio questi commenti mi facevano stare male, però adesso ho finalmente capito che non mi deve importare, soprattutto perché io “ci metto la faccia”, mentre queste persone si nascondono.

Lo stesso atteggiamento si verifica quando vengono realizzati contenuti incentrati sul black humor e, appunto, ci si nasconde dietro l’ironia. Io stessa colgo e amo fare ironia, ma penso che questa non debba assolutamente rappresentare una scusa per giudicare un orientamento sessuale, il fisico di una persona o la sua bellezza e, in generale, non bisognerebbe giudicare gli altri basandosi su questi fattori.

Io spero tanto che prima o poi queste persone si rendano conto che quest’applicazione è stata inventata per far divertire gli utenti che la usano e non per farli sentire sbagliati.


Di Benedetta Brogno, Liceo S. Quasimodo, 3°B

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